Il Carnevale di Ronciglione



Il Carnevale di Ronciglione e' probabilmente, non solo il piu' grande e fastoso della provincia di Viterbo, ma anche quello che conserva una antica tradizione: vi sono infatti documenti che testimoniano la tradizione del carnevale da oltre un secolo e mezzo.

Corse a vuoto
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La sonora voce del campanone e uno storico squadrone di Ussari a cavallo,le cui origini risalgono al periodo dell'invasione napoleonica in Italia, quando gli Ussari dell'esercito francese bruciarono Ronciglione,segnano l'avvio ufficiale dei festeggiamenti. Il re Carnevale, a partire dall'ultimo venerdi' di festa, scortato da cavalieri in costume, s'insedia nella citta' prendendo in consegna dal sindaco le chiavi, per assicurare a tutti cinque giorni di baldorie e di follia. Hanno quindi inizio le corse a vuoto,dette anticamente "la Carriera".Si tratta delle corse dei berberi, celebri in passato anche a Roma. La Corsa consiste nel lanciare, liberi, una batteria di cavalli opportunamente addestrati, che percorreranno al gran galoppo le vie del centro guidati unicamente dal loro istinto a superare le difficoltà naturali del percorso.Due sono le giornate interamente dedicate alle corse a vuoto, le cui origini risalgono ai tempi di Papa Paolo III Farnese (1465). La Cittadina e' divisa in nove scuderie con propri colori, stendardi e costumi. In gara diciotto cavalli, due per ogni scuderia, si contendono il Palio, rappresentato da un artistico stendardo dipinto da vari artisti.
Dopo il via, i cavalli, incitati dalla folla, passano sotto l'arco, attraversano Piazza della Nave, ed affrontano il momento più delicato della corsa: "una curva a gomito e in salita, denominata: "Cantone del Gricio". E'proprio in questo punto che il più delle volte si decide la corsa; il gruppo dei cavalli si snoda lungo la ripida salita di Montecavallo, da capo alla quale è situato il traguardo del Palazzaccio.
Momento non meno emozionante è la cosidetta "ripresa" dei cavalli, che al traguardo vengono ripresi da alcuni responsabili delle scuderie, che li abbracciano al collo, bloccandoli per ricondurli nelle loro stalle.

I carri


Nei giorni successivi, in particolare la domenica e il martedi' grasso,danze in piazza, gare di maschere, veglioni e, attesissimo, il Gran corso di gala, con un'imponente sfilata di carri allegorici.

I carri

Al pubblico assiepato ai bordi delle strade, vengono distribuite forchettate di maccheroni contenuti in ''pitali''. Oltre alle maschere ''ufficiali'' sfilano i cosiddetti ''Nasi rossi'', un gruppo di buontemponi seguaci di Bacco.

Le maschere


La sera del martedi grasso, nella piazza principale, si svolge un grandioso saltarello cui partecipano tutti i presenti, in maschera o meno. Al termine, il Re Carnevale, condannato a morte, viene dato alle fiamme.